Vecchiano – “Il Gruppo Consiliare Rinnovamento per il Futuro ha tirato su una delle solite polemiche strumentali: stavolta il tema al centro delle loro richieste e, quindi, del loro dibattito, è il pasto in bianco da somministrare nelle mense scolastiche dietro una semplice auto-dichiarazione dei genitori, e non dietro richiesta medica, come prevede la situazione attuale nelle nostre scuole, tema questo di una mozione presentata proprio da RpF e che è stata bocciata nell'ultima seduta consiliare”, spiega il Sindaco Massimiliano Angori. “Fatto sta che basta approfondire un attimo la questione, e si capisce quale sia il contesto reale della discussione, sia in base alle Linee di indirizzo regionali che nella letteratura scientifica disponibile online, dove, addirittura in casi di malesseri, si sottolinea che non sono necessarie particolari restrizioni alimentari, e cioè la nota, quanto poco scientifica, "dieta in bianco" (fonte: Policlinico News dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Umberto I di Roma, NDR). “Nelle “Linee di indirizzo per la ristorazione scolastica”, inoltre, emanate dalla Regione Toscana e aggiornate nel 2016, si legge chiaramente quanto segue: “la dieta in bianco deve essere prevista solo nel caso di bambini riammessi in comunità a seguito di gastriti […]. In quanto dieta speciale per patologia, può essere concessa solamente previa certificazione medica e dovrà essere necessariamente limitata nel tempo, in quanto legata, per definizione, a stati di malesseri transitori del bambino”. E ancora: “Si assiste, purtroppo, al ricorso indiscriminato a questo tipo di dieta speciale, in assenza di reali motivi di salute, quale impropria modalità alternativa al menù scolastico: è importante ricordare ancora una volta che il pasto collettivo rappresenta un'importante occasione di educazione alimentare e le variazioni rispetto alla tabella dietetica devono essere giustificate da reali motivi di salute”. E', dunque, una scelta motivata e supportata anche con parametri oggettivi e scientifici, quella assunta dalla nostra Amministrazione Comunale, di mantenere inalterata la richiesta di adeguata certificazione medica per somministrare occasionalmente il pasto in bianco ai ragazzi che beneficiano della refezione scolastica”, aggiunge il primo cittadino.
“La pasta in bianco deve essere una eccezione: una variante in caso il bambino abbia dei problemi di salute, uno su tutti il mal di pancia. E’ impensabile che sia un piatto da inserire stabilmente nel menù della mensa scolastica solo perché, magari, qualcuno non ama il pesce o la verdura”: queste le parole, in merito all'argomento, dell'Assessore alle Politiche Scolastiche, Lorenzo Del Zoppo. “La richiesta di pasta all’olio e parmigiano deve essere motivata da un certificato medico visto che non può essere considerata una scelta filosofica o religiosa, le uniche per le quali il regolamento comunale prevede una deroga. Un menù in bianco annuale, d'altronde, non può certo essere considerato un pasto completo a livello nutrizionale e, giustamente, la ASL non lo consentirebbe, poiché questo può essere dettato solo da qualche malessere temporaneo. Poi c’è un aspetto educativo che secondo noi non va trascurato, anche e soprattutto in una mensa scolastica, e cioè quello di far passare ai bambini il messaggio che si deve mangiare tutto. Sarebbe forse sbagliato dire non mi piace quel che c'è, e mangiare la pasta in bianco”. Quindi, ne deriva, che la bocciatura della richiesta del Gruppo di minoranza in Consiglio Comunale di introdurre l’autocertificazione dei genitori per la pasta all’olio “si basa sul rispetto di tabelle nutrizionali – sottolinea l'Assessore Del Zoppo – e su un percorso educativo. La tabelle nutrizionali sono ferree e prevedono una varietà di menù. Un esempio? Io vado in maniera ricorrente a mangiare alla mensa scolastica per verificare di persona come vanno le cose. Quando viene servito il filetto di merluzzo, molti bambini non lo gradiscono. Ma questo non vuol dire che tutti i giorni dobbiamo sostituirlo magari con patate fritte o pizza. E, quindi, ripeto, la pasta all’olio deve essere considerata una eccezione dovuta a saltuarie necessità. Poi se un genitore trova un pediatra che certifica che il proprio figlio tutti i giorni deve mangiare la pasta all’olio, noi ci dovremo adeguare. Ma di fronte ad una prescrizione medica”, conclude l'Assessore alle Politiche Scolastiche.